Lunedì 25 novembre 2019, presso il Teatro dei Filodrammatici di Este (PD), torna in scena “Io che non vivo” lo spettacolo di Zagreo dedicato al tema della violenza sulle donne. Durante la mattina, sempre a Este, un momento dedicato ai bambini con lettura animate.
L’Associazione Culturale Zagreo, in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Este e il sostegno Centro Veneto Progetto Donna di Padova, realizza, proprio in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, due appuntamenti per riflettere sull’argomento attraverso il linguaggio teatrale.
La giornata inizia alla mattina con “Buonanotte” una serie di letture animate dedicate alle bambine e ai bambini delle scuole di Este che si svolgeranno presso la Sala Consiliare del Comune dalle ore 10.00.
“Buonanotte” è una lettura animata che parla di donne. Attraverso le varie voci dei personaggi che si alterneranno sulla scena, i bimbi potranno scoprire le storie di donne famose, con tutte le loro sfaccettature: dalle scrittrici alle sportive, dalle donne di scienza a chi ha lottato per fare avere più diritti proprio alle donne. Il tutto coinvolgendo anche il pubblico in azioni sceniche, canzoni, racconti. Per arrivare, alla fine, ad addormentarci con una consapevolezza in più sull’essere donna oggi e sui diritti che sono stati conquistati
Mentre, alla sera, dalle ore 21.00 e con ingresso libero presso il Teatro dei Filodrammatici andrà in scena lo spettacolo “Io che non vivo”.
“Io che non vivo” è una performance di teatro-danza, realizzata da donne di varie età, che esprimono con movimenti e parole il percorso di una relazione amorosa, in particolare quello delle relazioni che finiscono, purtroppo, in modo violento. Dall’iniziale illusione all’incapacità di affrontare insieme le difficoltà alla separazione, fino all’estremizzazione del senso del possesso maschile che è la violenza, sia intesa come persecuzione sia come azione fisica: siccome non posso averti completamente, allora ti impedisco di vivere come preferisci, e quindi sarai mia. Ed io, come donna, non vivo più. “Io che non vivo”.
Il tutto attraverso le parole di canzoni famose della musica leggera italiana (come tradisce il titolo della performance), per vedere come nei meandri delle buone intenzioni dell’amore si annidino dei rischi che, sfortunatamente, possono riguardare ognuno di noi ai giorni nostri.
E’ una performance delicata ma che non rinuncia a momenti incisivi ed è un tentativo di far capire che tutti siamo coinvolti, che tutti possiamo essere d’aiuto, che possiamo prevenire con diversi presupposti di relazione.